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GRAMSCI E IL «BIENNIO ROSSO»
I Consigli di fabbrica a Torino



pp. 584 (formato 17x24) - € 27,00
(2017)
[storia e memoria .36]
 
«La fine della guerra ha aperto in tutto il mondo un periodo nuovo, profondamente diverso dai precedenti. In questo periodo i contrasti tra le due opposte classi sociali, tra chi comanda e chi dovrebbe ubbidire, tra chi è padrone dei mezzi di vivere e di produrre e chi per vivere deve vendersi a un padrone, tra chi è proprietario e chi è salariato, tra chi è ricco e chi è povero, sono diventati sempre più profondi. Vi è stato, anzi, un tempo, subito dopo la fine della guerra, in cui sembrava che i dominatori del mondo, cioè la classe dei proprietarî, dei padroni, dei ricchi, stesse per venire travolta, come da una gigantesca ondata, dalla rivolta dei poveri, degli sfruttati, dei salariati, nei quali la guerra aveva sparso un malcontento enorme, ai quali, anzi, la guerra stessa aveva insegnato la ribellione. E la vittoria degli sfruttati sugli sfruttatori parve, in quel momento, possibile, soprattutto perché, sempre in conseguenza della guerra, correva il pericolo di andare distrutta tutta l'organizzazione economica che gli sfruttatori avevano creata e sulla quale si fondava il loro dominio.
Quale in queste condizioni il dovere dei lavoratori, dei ribelli decisi a combattere per distruggere la società attuale e crearne un'altra, nella quale vi sia per tutti maggiore giustizia e più grande libertà? È evidente. I lavoratori dovevano lottare, approfittando delle condizioni eccezionali, per affrettare la caduta del regime attuale, dovevano lottare con violenza sempre più grande per strappare il potere ai loro nemici, e dovevano sempre più allontanarsi da questi loro nemici, e stringersi attorno ai propri organismi come un esercito alla vigilia dell'urto e della vittoria suprema.
Ebbene, mentre le masse capivano assai bene che questa era la necessità del momento e con entusiasmo davano la loro adesione alle organizzazioni [sindacali] e al Partito [socialista], perché volevano essere guidate alla lotta, gli uomini che stavano a capo delle une e dell'altro non ne volevano sapere». (A. Gramsci, «Il perché della scissione», in La Compagna, 13 maggio 1922)

 
Nota di presentazione
Torino. La Grande guerra e la classe operaia
1918
Ordine e disciplina
Battaglie proletarie
Chi va piano…
I pescecani a congresso
1919
Alla Scat
Lo sciopero degli impiegati alla Spa
Lo spirito nuovo
La carriera di un uomo. Il capo officina della Fiat: Pasteris
[La conquista delle otto ore]
Le otto ore ai metallurgici torinesi
Lo sciopero dei tecnici metallurgici e la serrata industriale
Reclami contro i capi
[Psicologia da proprietarî]
[Gli industriali e gli scioperi]
[Replica a Bruno Buozzi]
Il capitalista e il lavoratore
Alla classe lavoratrice torinese
Disciplina
Chi sono?
Lo sciopero a Torino
Il nostro fallimento
Il caro-viveri
Il Comitato dei commissari di reparto alla Fiat
Lo sciopero dei metallurgici. Solidarietà
L'assemblea della «Brevetti»
L'esempio della «Brevetti Fiat»
Alla «Brevetti Fiat» [I]
Alla «Brevetti Fiat» [II]
La prima assemblea dei Consigli di fabbrica
Impossibilità di governo
[Propositi e chiarimenti]
Assemblea dei Commissarî di fabbrica
Lo sciopero generale a Torino
La questione dei Consigli operai. Alla Sezione socialista
[Il voto ai disorganizzati]
Operai e piccoli borghesi. Cosa succederà oggi?
I Consigli di fabbrica approvati dall'assemblea della Sezione socialista
Cronache dell'Ordine Nuovo
La Sezione socialista ai delegati
[Un progetto della «Fiat Centro»]
Il problema dei Consigli di fabbrica
1920
Cronache dell'Ordine Nuovo
Il primo Convegno dei Consigli di fabbrica
[Il Partito e i Sindacati]
Consigli di fabbrica… padronali
Produzione e politica
Le elezioni dei Consigli di fabbrica
La costituzione dei Soviet in Italia
[Intervento all'assemblea torinese degli astensionisti]
La Frazione comunista astensionista. Il programma
Pace sociale e lotta di classe
[La tattica attuale del Partito]
Disciplina padronale e disciplina operaia
L'assemblea di Commissarî di reparto
Rettifica
Fabbrica e Stato
Per i Consigli di fabbrica
[Battaglia vinta]
[Rapporto sui fatti di Sestri]
[Programma di lavoro]
La vertenza Mazzonis
[Alcuni mesi di vita e di lotta operaia]
Ora solare od ora legale?
Officina «Fiat Centro»
Per il Congresso dei Consigli di fabbrica
Disciplina operaia
Una nuova arma della lotta di classe
Convocazione del Congresso dei Consigli
In linea
La freccia del Parto
L'uomo nella strada
Il controllo operaio sulla produzione
Proletarî, capitalisti
La potenza del proletariato
[L'equilibrismo dei clericali]
I popolari e i Consigli d'azienda
[Appello del Comitato di studio dei Consigli di fabbrica]
Dopo la battaglia
Il proletariato torinese torna al lavoro
Fatti e commenti
La fine della vertenza metallurgica a Torino
Quante autorità esistono nelle officine?
La discussione nella Sezione socialista
L'opinione degli industriali sui Consigli di fabbrica
Le tesi della Sezione socialista per il Congresso della Camera del lavoro
Le cortesie dei padroni
Gli industriali vogliono uno sciopero generale?
La lotta di classe in officina
Per i Consigli di fabbrica. Agli operai italiani
Una semplice dichiarazione
Si cerca un fatto di cronaca…
I Gruppi comunisti
Contro-offensiva
Il simbolo e la realtà
Un caso di nevrastenia
La polenta coi padroni…
Campo di battaglia?
La paga del sabato
Un appello dei Consigli di fabbrica
[I dodici sindacalisti torinesi]
Attori, non pedine
L'ordine sociale
Il piano d'azione di un industriale «estremista»
[Il vento sta cambiando…]
Una nuova posizione di conquista
Verso l'ultima fase
Alle Guardie rosse di fabbrica
[I fatti di questi giorni]
[Ordine del giorno dell'assemblea socialista torinese]
Assemblea di Commissarî
Qual è il dovere dei Consigli di fabbrica?
In via Roma
Comunicazioni con Mosca…
Frazione o partito?
1921
Inizio
Bibliografia indicativa
Persone e luoghi citati

 
Codice:
9788845703102
Prezzo: € 27,00
iva inclusa